La Moda Italiana

Modulo 15. Lezione 11: Leggiamo “La nascita dell’alta moda e dell’Italian style”

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Forse non tutti sanno che fino alla fine dell’Ottocento la moda non esisteva: tutto era affidato al lavoro delle singole sartorie. L’alta moda nasce a Parigi agli inizi del 900. La consacrazione dell’alta moda avviene però nei primi anni del 900 in occasione dell’Esposizione Internazionale al Papillon d’Elegance dove le vecchie sartorie, trasformatesi in “maisons” (case di moda), presentano per la prima volta le loro creazioni a un pubblico internazionale.  L’Italia inizia invece a operare nell’alta moda nel 1949, terminata la guerra. La moda italiana diventa un cult internazionale quando le sorelle Fontana diventano famose grazie al vestito da sposa realizzato per Linda Christian in occasione del matrimonio con Tyrone Power.

(…) Il cinema da quel momento porta molto lavoro alle sorelle Fontana ma anche ai nuovi stilisti nascenti quali Emilio Federico Schubert, Valentino, Roberto Cappucci, Iole Veneziani, Biki, Germana Marucelli.  Il boom degli anni ’50 consente all’Italia di competere con paesi come la Francia. La prima sfilata italiana, alla quale si fa risalire la nascita dell’alta moda italiana, avviene a Firenze ad opera del marchese Giovanni Battista Giorgini che, il 12 febbraio 1951, organizza nella sua casa fiorentina il “First Italian High Fashion Show”. Riesce a convincere i presidenti dei magazzini americani a venire a Firenze il giorno dopo le sfilate di Parigi e organizza una sfilata con dieci stilisti italiani (…). All’High Fashion Show partecipano le sorelle Fontana, Emilio Schubert, la casa di moda Fabiani, Noverasco, Veneziani, e anche Germana Marucelli, anticipatrice del new look di Christian Dior. Il gruppo dei compratori torna in America entusiasta e quando Giorgini organizza la seconda sfilata vengono dall’america in 300. Un successo strepitoso (…).

Dal ’58 al ’63 il grande boom fa aumentare i consumi del 5% e l’esportazione passa da un passivo di 187 miliardi, a un attivo di 124,3 miliardi di lire. Molti stilisti iniziano a creare l’alta moda pronta o prêt-à-porter (…). Le boutique più importanti iniziano a vendere non più abiti su misura ma confezionati in taglie, adattabili quindi a tutti i clienti e a costi più bassi. La qualità dei vestiti è comunque molto alta, anche grazie ai materiali usati. (…) È in questo periodo, in questo meccanismo commerciale, che si sviluppa il nuovo settore pubblicitario che porta alla nascita dell’editoria specializzata in moda.

Alla fine degli anni ‘60 la contestazione politica coinvolge anche il mondo della moda. La rottura col passato diventa evidente, soprattutto tra i giovani. Nascono movimenti come gli yuppie che rivoluzionano completamente il modo di essere e di apparire. La stilista londinese Mary Quant crea la minigonna, simbolo della moda di quegli anni. La minigonna, infatti, significa giovinezza, libertà, movimento. (…) Il ’68 investe anche l’Italia e negli anni ’70 gli operai iniziano una serie di scioperi e di occupazioni delle fabbriche che mandano in crisi il settore tessile, costringendo molte fabbriche a chiudere. Molti paesi superano questa crisi decentrando la propria produzione. (…) L’Italia, però, non avendo aree satellite usa la propria struttura interna industriale. L’intera produzione tessile viene decentrata in un articolato sistema di piccole e medie imprese. (…)

Artefice di questa idea è stato Marco Olivetti che riesce a rivitalizzare l’industria tessile grazie al rapporto instaurato con gli stilisti e in particolare con Giorgio Armani.  L’allenza tra stilismo e industria, e quindi tra creatività e imprenditoria, segna la nascita del Made in Italy. È proprio grazie all’incontro e alla collaborazione tra questi due mondi così diversi che, negli ultimi 20 anni del 900, si afferma la moda italiana nel mondo. Negli anni ‘70 il rapporto tra stilismo e industria diventa sempre più stretto e si istaurano i primi licencing, ovvero i primi rapporti di licenza del marchio. Gli stilisti si trovano così a fondere, in modo ancora più netto, la loro arte con il sistema della produzione industriale. Nel 1975 nasce la Giorgio Armani spa che lancia una linea di “prêt-à-porter” maschile e femminile e apre undici nuovi punti vendita. Nel 1981 il marchio si afferma come grande marchio mondiale con la presentazione del suo primo profumo e l’apertura di negozi in tutto il mondo.

Tra i grandi nomi italiani nel mondo si fa strada anche quello di Valentino Clemente Ludovico Caravani, in arte Valentino. Dopo aver lavorato per anni nella sartoria di Guy la Roche, Valentino apre un atelier in via Condotti, la via più “in” di Roma in quegli anni. Il 19 luglio del 1962 il marchese Giorgini gli concede l’ultima ora dell’ultimo giorno alla sfilata di Palazzo Pitti: i suoi vestiti riscuotono un tale successo che Vogue Francia gli dedica ben due pagine. All’inizio degli anni ’70 Valentino è talmente famoso che Andy Warhol gli fa un ritratto. Alla fine di quel decennio anche lui allarga il suo nome e stile ad altri prodotti come profumi e accessori.  Laura Biagiotti crea a Milano con Albini, Missoni, Krizia e successivamente Armani un gruppo per presentare sulle passerelle un prodotto che fosse più aderente alla realtà. È proprio lei la prima ad affrontare nuovi mercati e ad andare in Cina nell’88, e poi, dopo la caduta del muro, a Mosca. Nascono così molte joint venture e collezioni di seconda linea più commerciali. Quando gli stilisti decidono di estendere il proprio marchio agli accessori, viene consacrato l’impero della moda italiana nel mondo. Questo fenomeno, infatti, inizialmente è stato un fenomeno prettamente italiano, e solo successivamente viene copiato anche all’estero. Il mercato si allarga ulteriormente e diventa globale. La moda viene utilizzata per lanciare qualsiasi prodotto, dall’automobile al televisore.

Attualmente la moda italiana è uno dei settori dell’export più in salute e i tassi di crescita maggiori sono stati riscontrati in Cina e in Russia. Il Made in Italy, frutto di una lunga e proficua cooperazione tra cultura, arte, artigianato, abilità manifatturiera, territorio e memorie storiche, è riuscito a costruire la più importante filiera d’occidente. Questo successo è dovuto soprattutto alla capacità di poter creare i propri tessuti, le proprie stampe, di poter avere degli accessori in linea con lo stile della collezione, e questo proprio grazie al fatto che dal filato alla tessitura, dalla tintura al taglio, alla confezione, e a tutto il mondo degli accessori, il prodotto è tutto Made in Italy.

Comprensione: Vero o falso?

Gli influencer del passato

Scrivi una frase completa che riassuma quello che hai imparato su questi/e stilisti/e. e imprenditori/trici.

  1. Le sorelle Fontana
  2. Giovanni Battisti Giorgini
  3. Mary Quant
  4. Marco Olivetti
  5. Valentino
  6. Laura Biagiotti
  7. Giorgio Armani