A. Esercitati con le Study flashcards sul futuro semplice!
B. Dopo il COVID-19 quale sarà l’arte del prossimo futuro?
Leggi alcuni paragrafi dell’articolo di Arte Magazine e rispondi alle domande.
[…]
Lo sviluppo digitale e le tecnologie ancora poco utilizzate
Il tema della digitalizzazione è stato affrontato da Stefano Monti, partner del gruppo Monti&Taft. Monti ha sottolineato in particolare la necessità di partire dall’uso di tecnologie e strumenti già conosciuti e a disposizione, ma ancora poco o quasi affatto utilizzati.
Secondo una ricerca condotta da Monti&Taft, infatti, il 31% dei musei non ha neanche un profilo social, il 48% non ha un sito mobile-friendly e il 53% non ha un sito web esclusivo. (…) Con tali numeri diventa quindi urgente colmare questo gap tecnologico perché, come sottolinea Monti: «Cultura e turismo hanno ampi margini di miglioramento. Se riescono a cogliere le giuste opportunità, saranno necessariamente dei settori tra i più produttivi e con maggior capacità di assorbimento delle risorse umane del nostro Paese. Altro che “si mangia”, con la cultura si cresce».
[…]
Verso un’arte pubblica
Simona Gavioli, critico d’arte, curatore indipendente, direttore artistico della fiera di arte emergente BOOMing di Bologna, guarda all’arte urbana come a quella più necessaria e precorribile in questo momento storico. «(…) In questo momento più che mai, abbiamo la necessità di far emergere una nuova e rigenerata idea di opera d’arte, una nuova idea di arte pubblica e di arte urbana. È necessario ripensare una rilettura dell’opera che coinvolga sempre più persone, in presenza. Come ad esempio accade nel progetto Without Frontiers, Lunetta a Colori che ogni anno coinvolge oltre 50 street artist, associazioni e istituzioni nel territorio di Mantova. (…) Una delle opportunità che ci ha dato il lockdown è stato toccare come mano situazioni in cui l’arte è tornata ad avere la sua funzione sociale, partecipativa e inclusiva nello spazio pubblico. Secondo me è questa la direzione sulla quale muoversi verso il futuro».
[…]
Il collezionismo deve recuperare il rapporto umano
Le nuove frontiere del collezionismo guardano oltre la digitalizzazione, necessaria, ma non sufficiente, secondo Tommaso Tisot, collezionista, avvocato esperto in diritto dell’arte e Presidente di Professional Trust Company SpA. «Sono convinto che bisogna riportare l’arte in galleria, in strada, a contatto con le persone. La digitalizzazione non basta. C’è bisogno di una maggiore e rinnovata umanità, anche per dialogare con i più giovani che subiscono un approccio difficoltoso e poco coinvolgente alle stanze dell’arte. Tutto quello che è accaduto oggi può offrirci la grande opportunità di ripensare il sistema dell’arte nel suo complesso, non solo a segmenti stagni, come quello economico o dello sviluppo digitale. Dobbiamo recuperare e imparare a investire nel rapporto umano. Utilizzando fiere ed eventi minori dove scoprire piccole realtà che il collezionista, nel mio modo di vedere, ha anche il compito di sostenere e che acquisiranno sempre maggior rilevanza accanto ai grandi appuntamenti di massa».
C. Arte Magazine in poche parole.
D. ARDA – Ritagli a ritmo d’acque (Silvia Forese).